La LOMO 135-BC è la prima fotocamera a molla che mi sia capitata tra le mani.
Già da una prima occhiata risulta evidente come la Lomo 135-BC riprenda le linee di un'altra macchina, sicuramente più famosa, la Rollei 35.
In realtà la somiglianza tra i due apparecchi è limitata alla sagoma del corpo della macchina, al particolare fondello estraibile che deve essere sfilato dalla Lomo per poter cambiare il rullino e al fatto che l'attacco del flash è posto sul fondo della macchina invece che sulla testa.
Quello che però rende unica la Lomo 135-BC è la presenza di un curioso meccanismo per il riavvolgimento automatico del rullino dopo lo scatto: un motore a molla.
L'ispirazione per il particolare motore deve essere arrivata ai progettisti per vie strettamente sovietiche. Esso infatti ricalca la scelta tecnica adottata per un serie di macchine costruite negli anni 50 dalla Krasnogorsk (KMZ). La F-21, prima, e la MF-1, poi, erano macchine compatte prodotte su richiesta del KGB per arricchire la dotazione delle spie sovietiche. Queste macchine erano tutte dotate di un motorino a molla per il riavvolgimento. Un espediente evidentemente studiato per facilitare il lavoro di spia.
Il rotellone per il caricamento del motore a molla sporge dalla parte superiore della macchina. Caricato al massimo, il motore dovrebbe permettere un'autonomia di 8 scatti consecutivi. Quello dell'esemplare in mio possesso, probabilmente a causa dell'età avanzata, arriva a malapena a 5. La presenza del rotellone ha costretto i progettisti a spostare la bobina di avvolgimento della pellicola dal lato destro, quello usuale, al lato sinistro come è visibile nelle foto.
L'obiettivo è un bel Industar-73 40mm con luminosità minima 2.8. L'obiettivo è probabilmente la parte migliore di questa macchina: ha una buona definizione e consente di ottenere validi scatti. La ghiera di regolazione dei diaframmi è posta sulla parte anteriore dell'obiettivo ed è decisamente scomoda da usare.
I tempi di esposizione disponibili sono: 250, 125, 60, 30, 15 più la posa B. La sincronizzazione col flash è disponibile su tutti i tempi, probabilmente l'otturatore è di tipo centrale.
L'esposizione è completamente manuale. Per facilitare la valutazione della corretta esposizione, i tecnici sovietici hanno scelto di sistemare sopra il rotellone di caricamento della molla uno sorta di giostra di disegnini che ruota in funzione della sensibilità della pellicola e che in combinazione con altri disegnini di nuvolette posti sull'obiettivo dovrebbe aiutare il fotografo a trovare la combinazione tempo-diaframma ideale. Un po' primitivo ma efficace.
Ho scattato un rullo con la Lomo 135-BC. Quando il meccanismo di trascinamento della pellicola non si è inceppato, gli scatti hanno dimostrato che questa macchina ha buone qualità di ripresa. Quando si è invece inceppato, le doppie esposizioni hanno avuto la meglio.
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